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Lui & Lei

Cappuccetto rosso ha perso la strada


di amolafi
05.03.2013    |    13.816    |    2 9.9
"" Le tue parole mi hanno colpita..."
Mia moglie era partita per un aggiornamento professionale e sarebbe stata fuori casa per due notti e due giorni ed io avevo una gran voglia di trovarmi qualche diversivo. Mi ero messo d'accordo con vecchi amici per una cena e poi saremmo andati a ballare in un locale dove si rimorchiano facilmente vedovelle e tardone.
L'appuntamento era in un ristorante vicino alla Paullese sull'Adda e io, dato che ero in anticipo, invece di fare la strada veloce preferii fare le strade che facevo quando andavo ad allenarmi, la domenica mattina, in bicicletta da corsa. Per chi le conosce sono le strade tra la Paullese e la Rivoltana. Strette ma asfaltate e con poco traffico.
Stavo viaggiando a una velocità molto moderata godendomi le campagna che stava diventando buia dopo il tramonto quando, dopo una curva, vidi in fondo al rettilineo i fari di un'altra automobile. Rallentai ulteriormente e cominciai a guardare dove accostare, senza rischiare di finire fuori strada, per favorire l'incrocio con l'altra macchina. Mi avvicinavo e i fari erano sempre la in fondo al rettilineo. Per un momento pensai anche che, se qualche male intenzionato voleva fare qualcosa, quello era il posto ideale senza vie di fuga. Pensai di fare inversione e tornare indietro ma mi resi conto che, con la strada stretta, avrei dovuto fare un sacco di manovre e mi sarebbero stato subito addosso. Andai avanti e, arrivato a pochi metri lampeggiai con i fari. Anche dall'altra parte un lampeggio e basta. puntai gli abbaglianti e vidi che alla guida c'era una signora che mi faceva gesti con la mano. Mi feci coraggio e scesi chiedendole se avesse qualche problema e lei, una bella signora sui cinquanta/cinquantacinque anni, mi disse che con quelle stradine strette si era persa e nei gruppi di case sembrava non ci fosse nessuno a cui chiedere, tutto chiuso e tutto spento. Disse che doveva andare verso Milano e io le dissi che, dopo avermi lasciato passare, bastava che andasse diritto e, seguendo la strada senza svoltare agli incroci, sarebbe arrivata sulla Rivoltana dove, seguendo i cartelli, sarebbe arrivata a Milano.
Era molto agitata e, per paura di perdersi di nuovo, mi chiese se potevo farle strada.
"Le pago per il disturbo."
Feci inversione e la precedetti verso la "salvezza". Mentre la precedevo avvisai i miei amici che avrei tardato di una mezz'ora.
Arrivati a poche decine di metri dalla provinciale mi fermai, scesi e le dissi la direzione che doveva prendere. Nel ringraziarmi mi tese la mano, io pensai a un saluto e le tesi la mia ritrovandomi con una banconota da cinquanta Euro in mano.
"Signora, io l'ho aiutata perchè l'ho vista in difficoltà e non per i soldi. Li riprenda."
"Ma lei ha perso del tempo per me. Magari aveva cose importanti da fare."
Le dissi che dovevo solo andare a cena con amici e lei mi propose di ricambiare offrendomela lei la cena.
Accettai e ci dirigemmo verso Milano dove avrebbe lasciato la sua macchina e saremmo andati a cena con la mia. Quando arrivammo davanti alla sua casa parcheggiò e mi indicò la sua abitazione.
"Vive sola?"
"Si, sono sola,"
"Potremmo mangiare qualcosa preparato al momento, su da lei. Cosa ne dice?"
Avevo lanciato l'amo e lei abboccò.
"Certo venga. A proposito, io mi chiamo Pina."
Mi presentai e salimmo. Mentre eravamo nell'ascensore la guardai bene. L'età era quella che avevo stimato al primo momento, un bel paio di tette e, quando si girò per uscire, vidi che anche il resto non era male.
Pensai: "Dai che forse ci siamo senza andare a ballare nei locali di tardone."
Mi mostrò la sua casa, la cucina, il soggiorno e il bagno. La porta della camera da letto rimase chiusa. Feci finta di niente.
Due petti di pollo impanati, un po' di insalatina e poi il caffè.
Mentre mi stava versando un digestivo le chiesi:
"Perchè mi hai fatto vedere la tua casa ma non la camera da letto?"
"Mi spieghi perchè a voi maschietti, l'unico locale della casa che interessa è la camera da letto?"
Ci mettemmo a ridere ed io approfittai per passarle un braccio intorno alle spalle tirandola verso me.
"Sono una signora ed anche di una certa età, corteggiami un po'. Non andare di fretta."
Le presi la mano e la portai verso la mia guancia come per sentirne il profumo e la baciai dolcemente, poi, le baciai dolcemente la guancia sfiorandole il collo. percepii un leggero brivido. Era fatta. La baciai sulla bocca mentre le sue braccia si avvolgevano intorno al mio collo. Aveva i modi delle signore dei film anni 50. Scivolammo sdraiati sul divano e continuai a baciarla senza cercare di toccarla nelle zone "calde". Si mise in modo da sentire il mio cazzo, ormai duro, contro il suo ventre spingendosi contro. Cominciai a spogliarla baciandola con leggerezza prima sulle spalle e poi andando sui seni. Le tolsi il reggiseno e le leccai i capezzoli facendola gemere di piacere. Li baciai e li succhiai come un neonato. Scivolai sul ventre e, mentre le toglievo gli slip, continuai a baciarla. Spalancò senza ritegno le gambe, forse si era dimenticata di essere una signora, e vi entrai cominciando a leccarle l'interno cosce e poi, lentamente e senza fretta, arrivai alla figona ormai fradicia e vi infilai la lingua. Ero stato un po' titubante per paura di trovare cattivi odori e invece era fresca e pulita. Giocai con il suo clitoride facendola venire. Bevvi tutto il suo succo e, sempre lentamente tornai verso la sua bocca.
Le presi la mano e la misi sulla mia patta e lei cominciò a slacciarmi la cintura e poi la cerniera tirandomelo fuori tutto duro. Le misi la mano sulla nuca ma non ce ne fu bisogno, andò giu lei e cominciò a leccarmelo e a ciucciarlo tutto. Era una vera maestra nell'arte della pompa. Mentre continuava a ciucciare e a leccare mi spogliai del tutto e rimanemmo completamente nudi sul divano. Le andai sopra e, sempre con calma, mentre continuavo a baciarla sulla bocca glie lo misi dentro. Fu come se avesse preso la scossa, mi si avvinghiò strigendomi forte e, mentre io andavo avanti e indietro dentro di lei, mi aveva infilato la lingua in un orecchio. La pompai a lungo cambiando posizione più volte, la girai a pecora palpandole le tette mentre la scopavo brutalmente con colpi forti e profondi. La feci venire sopra di me lasciando che fosse lei a condurre il ritmo mentre le guardavo il volto stravolto dal piacere. Non so quante volte riusci a venire ma sembrava non ne avesse mai abbastanza. Non resistetti più e venni anch'io rimanendo abbracciati a lungo.
Le scivolai di fianco e continuai a baciarla dolcemente sulle guance e sulla fronte.
"Era tanto tempo che non facevo l'amore, d'altronde non posso permettermi di portare a casa tutti quelli che incontro. Tu mi sei piaciuto subito per la tua generosità. "L'ho accompagnata perchè l'ho vista in difficoltà e non per i soldi." Le tue parole mi hanno colpita. Ho subito pensato: "Ecco un uomo che non pensa subito di approfittarne per provarci e nemmeno per mettersi in tasca i soldi." Peccato che ora te ne andrai e, forse, non ti vedrò più."
"Se vuoi, oltre a questa notte che viene, ho un'altra notte e due giorni da dedicarti, se vuoi resto. Poi arriva mia moglie e devo tornare a casa. Ma ti assicuro che anche dopo, se vorrai, troverò il tempo per venire a trovarti."
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